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I neri erano obbligati a frequentare scuole, locali di divertimento, servizi sociali "a parte"; c’erano perfino cabine telefoniche riservate esclusivamente a loro. I neri che vivevano
nei centri urbani (il 50%) erano costretti ad abitare in quartieri periferici,
spesso formati da sole baracche, dai quali potevano uscire per lavorare solo con
speciali lasciapassare. Gli altri vivevano segregati nei "Bantustands" o "black homelands", territori riservati alle varie etnie nere, apparentemente autonomi con un proprio parlamento e una propria capitale, in realtà deboli e poveri, quindi dipendenti economicamente dal ricco Stato sudafricano. Un altro aspetto dell'apartheid riguardava il salario: per lo stesso lavoro un bianco era pagato fino a 14 volte di più di quanto veniva pagato un nero.
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