"Un mondo a parte"
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Questo film è tratto da una storia vera ambientata in Sudafrica nel 1963. Parla di una famiglia di bianchi che si oppose al regime di apartheid che era diffuso in quel periodo. La storia è raccontata da una ragazza di 14 anni circa. Il padre, che era comunista, era scappato in un altro Paese per non rischiare di essere preso e condannato. 

La madre era una giornalista e organizzava regolarmente nella sua casa riunioni con i neri e i capi del movimento di liberazione, ma purtroppo fu scoperta e messa in carcere per 90 giorni perché non avevano prove certe, quindi le figlie rimasero senza genitori, sole con la nonna. 
A scuola la ragazza venne messa da parte perché era figlia di un comunista e sua madre organizzava riunioni per la liberazione dall’apartheid, così perse le sue amiche e fu discriminata come una persona di colore.  Quando la madre fu rilasciata, dopo poco fu ripresa e interrogata per altri 90 giorni. Essendo disperata tentò il suicidio, ma riuscirono a salvarla.  

Il film finisce con l’uccisione di uno dei capi della rivolta, ma grazie a questa rivolta i neri riuscirono ad avere speranza e a combattere per la cancellazione dell’apartheid che impediva loro di avere uguali diritti e li costringeva a svolgere lavori duri e  faticosi  
  Il film ci è piaciuto molto e ci ha aiutato a capire la situazione dei neri in quegli anni, come erano trattati e i loro problemi. Ora l’apartheid non c’è più, anche se ci è voluto  molto per farlo scomparire.