Meglio lavorare il rame che rubare
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Noi a quel tempo eravamo in otto e per mantenerci nostro padre aveva quel lavoro che sarebbe il calderaio, lavorava il rame con mio fratello Alessandro e con mia sorella Sergia. Mia madre andava in giro con Elena, Alan e Kendi, i miei fratellini, andava a leggere la mano e a chiedere l'elemosina con loro. Così andando avanti con quella vita che facevamo, mio padre iscrisse pure mia sorella Elena a scuola e io volevo tanto bene ai miei genitori. E hanno messo mia sorellina in classe con me e io ero contento che stava in classe con me.

I miei genitori avevano grossi problemi con il lavoro e mio padre si impegnava molto a costruire tante pentole e quadri e portaombrelli. Se doveva costruire tipo una pentola, ci metteva un'ora e la vendeva a 10-15 mila lire. Alla fine della settimana prendeva 200 mila lire, ma non bastavano per mantenerci tutti. Pure mia madre guadagnava qualcosa, era sempre meglio di niente, ma sempre mancava qualcosa nella nostra vita. Era triste perché… c'era tanta povertà e nessuno ci aiutava.

Un giorno vennero ad abitare nel nostro campo degli altri zingari. Loro stavano bene e avevano i soldi perché facevano di tutto a lavorare e avevano delle bellissime macchine e roulotte, erano puliti e avevano bei vestiti addosso. Mio padre, quando li ha visti, è rimasto imbarazzato per la ricchezza che avevano. Così hanno fatto conoscenza con noi… erano bosniaci e di lavoro rubavano. Loro vedevano che noi eravamo messi male e che mio padre faceva quel lavoro delle pentole. Allora chiesero a mio padre se voleva andare a lavorare con loro, ma mio padre non ha accettato perché aveva paura e non voleva neanche: gli ha risposto che era meglio la vita che faceva che andare a rubare, meglio rimanere così come eravamo. Loro gli dicevano che se andava a lavorare con loro non ci mancherà niente, ma mio padre non ha accettato. Loro davano delle feste: facevano delle pecore arrosto, ballavano, si ubriacavano, si divertivano tanto e ci invitavano alla festa. Io e mio fratello ci siamo andati, ma mio padre non andò perché gli dava fastidio che lavoravano in quel modo.