A scuola
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…dopo tanto tempo ci siamo messi ad alloggiare a Laurentina. Questo succedeva nel 1987, io, Davide, avevo solo 8 anni. I primi giorni la gente che ci vedeva gli dispiaceva, perché vedevano che soffrivamo, i nostri compagni e noi, per fortuna abbiamo trovato quel posto. E così passarono dei mesi, nessuno ci dava fastidio, ci trattavano bene e mio padre comprò una roulotte. Pure gli altri si misero bene e tutti si comprarono le roulotte: si stava bene dentro per dormire e per lavarsi, le cose andavano bene perché la gente aveva preso confidenza con noi.

E mio padre andò in Comune per iscriverci a scuola… io e gli altri ragazzi andavamo di sera finché non ci davano un campo sosta. C'è voluto un mese per darci il campo, perché noi andavamo a scuola di sera. E così ci portarono a vaccinare a me e ai miei amici. Veniva a prenderci il bus tutte le mattine e i compagni di classe avevano paura perché siamo rom e per questo si spaventavano, credevano che li menavamo, che facevamo casino. Gli amici rom che venivano a scuola con me erano Elvis (12 anni), Sandro (10 anni), Ivan (9 anni): eravamo in 4.

Io ero il più piccolo di loro, avevo quasi 9 anni e noi a scuola eravamo bravi, non davamo fastidio a nessuno, ci comportavamo molto bene con i compagni. Le maestre ci hanno messo in classe insieme, per vedere come ci comportavamo e noi eravamo bravi con i compagni. Siamo stati insieme in una stessa classe quasi per due mesi e i compagni giocavano con noi e ci aiutavano a fare il compito in classe perché non sapevamo scrivere. La maestra vedeva che ci aiutavano i compagni e che non davamo fastidio a nessuno, così ci hanno diviso per le altre classi: io sono rimasto in quella e gli altri in altre; a me dispiaceva perché con loro potevo parlare. Se dovevo parlare con i miei compagni, non sapevo parlare bene l'italiano. In classe sentivo la mancanza dei miei amici e così mi sono abituato senza di loro: continuando a frequentare la scuola, imparai a parlare l'italiano, ne era passato di tempo, i miei genitori erano contenti e per farmi andare a scuola mi compravano di tutto.