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Dalla decolonizzazione al neocolonialismo Dopo la fine della Seconda guerra mondiale cessarono via via di esistere tutti i grandi imperi coloniali. La decolonizzazione avvenne in tre fasi: dal 1945 al 1956 Asia e maggioranza nel mondo arabo; dal 1957 al 1965 Africa nera e Algeria; dal 1966 al 1990 America centrale e Africa meridionale. Dopo lunghi anni di guerra combattuti in India, Indocina, Nordafrica, Africa nera, America centro-meridionale, quasi tutti gli stati ottennero l’indipendenza, ma lo sviluppo del Terzo Mondo è tuttora ostacolato da una nuova forma di oppressione: il neocolonialismo, cioè lo sfruttamento economico e il controllo politico indiretto esercitato attraverso governi-fantoccio. Così ancora oggi le differenze tra paesi ricchi e paesi poveri aumentano: alcuni di questi sono usciti dalla povertà, invece altri hanno aggravato la loro situazione. Nelle condizioni più tragiche si trova l’Africa che anche dopo la decolonizzazione è stata contesa tra le nazioni occidentali e l’Unione Sovietica per la sua grande quantità di materie prime agricole e minerarie. Oggi con la caduta del comunismo è cessata questa contesa fra il mondo capitalista e comunista, ma è ancor più peggiorata la situazione di arretratezza dei paesi poveri dove le malattie, le carestie e la denutrizione sono all’ordine del giorno. In America sono gli USA la causa maggiore della povertà dell’America Latina. Infatti le multinazionali statunitensi sfruttano i popoli e i territori di Paesi come il Brasile, il Cile, la Bolivia in modo che la popolazione locale non riceve alcun guadagno, venendo sfruttata e mal pagata. Invece si dovrebbero dare aiuti ai paesi poveri. Per combattere la fame nel mondo, vennero creati nel 1979 il Dipartimento per la Cooperazione e lo Sviluppo e nel 1985 il FAI (Fondo Aiuti Italiani). Gli aiuti in realtà non andarono a favore delle popolazioni perché si creò uno stretto legame fra alcuni politici ed imprenditori italiani e i governi dittatoriali e corrotti di quei paesi. Inoltre molti progetti rimasero incompiuti e così i soldi investiti in essi furono inutili. Gli aiuti allo sviluppo furono uno dei tanti esempi di corruzione ed appropriazione di denaro pubblico ad opera di una classe politica disonesta. Con la decolonizzazione quindi è iniziato il neocolonialismo: le materie prime agricole e minerarie di cui sono ricchi i paesi del Terzo Mondo vengono vendute a basso costo ai paesi ricchi che le lavorano nelle loro industrie e poi le rivendono sotto forma di prodotti finiti agli stessi paesi poveri, aumentando così sempre più il divario tra nazioni ricche e industrializzate e nazioni povere e arretrate. Questa povertà e le guerre che ci sono tuttora spingono i popoli poveri a emigrare, legalmente o illegalmente, verso i paesi ricchi, come il nostro, determinando così una crescita della popolazione e l’occupazione di quei posti di lavoro, pesanti e ripetitivi, che i cittadini dei paesi ricchi ormai rifiutano. E’ il fenomeno dell’immigrazione extracomunitaria che si è sviluppato in forme rilevanti, soprattutto a partire dagli anni ’80. |