Con l’unificazione dell’Italia (1860-1861), su tutto il territorio nazionale, venne introdotto il sistema fiscale vigente in Piemonte. Le speranze di una ridistribuzione delle terre nel sud, in favore dei contadini, furono deluse. Questo determinò un notevole peggioramento della situazione economica delle classi sociali più povere del Meridione. Il loro malcontento sfociò in ribellioni violente, che assunsero la forma di BRIGANTAGGIO: i briganti più violenti, erano considerati dalla popolazione come i difensori del popolo, contro i soprusi dello stato. Il brigantaggio era praticato, soprattutto, da giovani che erano stati chiamati a svolgere il servizio di leva, rifugiandosi nelle zone montuose più inaccessibili, dando vita a delle BANDE che per tre anni tennero sotto pressione l’esercito unitario. 100.000 soldati furono impiegati per la repressione del brigantaggio, sostenuto dalla popolazione e favorito dalla conoscenza dell’ambiente. Fu una repressione durissima, ma il problema non fu mai risolto: infatti negli anni successivi la vita nel meridione non migliorò, anche se le malattie non si sfogarono in forme molto violente e diffuse. Quando le industrie del nord si svilupparono determinarono una crisi all’industria meridionale. Le industrie a domicilio si trovarono impreparate alla crescita di un sistema industriale moderno; nacque così uno dei problemi più rilevanti per l’Italia: la questione meridionale.
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