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Patronato:
Bambini
Etimologia:
Quirico (variante di Ciriaco)
Emblema:
Bambino su un cinghiale, Palma
S.
Quirico è uno dei più giovani martiri della cristianità, preceduto dai SS.
Innocenti, trucidati da Erode a Betlemme. Giulitta è sua madre.
Durante la persecuzione di Diocleziano ad Iconio, città della Licaonia (regione
dell'attuale Turchia) si trovava Giulitta, donna ricchissima e d'alto lignaggio,
la quale era rimasta vedova con un figlio in tenera età battezzato col nome
Quirico. Lasciata la sua città e i suoi averi, per sfuggire alla feroce
persecuzione, scese con le sue ancelle verso la Seleucia. Ritenne però prudente
proseguire per Tarso, nella Cilicia, dove fu raggiunta e fatta arrestare col suo
bambino dal crudele governatore romano Alessandro, con l'accusa di essere
cristiana. Sottoposta a lunghi interrogatori al fine di farla abiurare,
rifiutandosi di sacrificare agli dei, confessò con fermezza: “Io sono
cristiana”. Intanto il governatore Alessandro, che aveva tolto il fanciullo
alla madre, lo teneva, quale estremo strumento di persuasione, sulle sue
ginocchia. Ma, racconta la Leggenda aurea, il fanciullo vedendo battere sua
madre cominciò a piangere e a gridare e, sentendola professarsi cristiana, con
franchezza che ha del soprannaturale, fece altrettanto.
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Il governatore,
imbestialito, preso il bambino per un piede, lo scagliò dall'alto dei suo
seggio al suolo dinanzi alla madre, in modo che la piccola testa andò a battere
contro i gradini del tribunale, sui quali “schizzarono le tenere cervella”.
La madre, pur impietrita dal dolore, restò ferma nella fede ed anzi rese grazie
a Dio perché il figlio l'aveva preceduta nella gloria del Paradiso. |
Poi
anch'essa, dopo strazianti torture, fu consegnata al boia per essere
decapitata.
I loro corpi, raccolti da una fedele ancella, furono tenuti nascosti
fino a quando il clima di pace e di sicurezza dell'era costantiniana
permise che fossero esposti in luogo pubblico.
La data più probabile del loro martirio è il 15 luglio dei 304 (o
305), anche se la loro festa nella Chiesa occidentale è
prevalentemente celebrata il 16 giugno.
Il racconto della Passione del piccolo Quirico e di sua madre
Giulitta ebbe tanta fortuna da venire presto, non solo estesamente
divulgata, ma arricchita di particolari fantastici, tanto da far
dubitare della sua stessa storicità. Non molti anni dopo la loro
morte il vescovo di lconio Teodoro, su richiesta dei vescovo Zosimo,
avvalendosi di testimoni attendibili e documenti sicuri ricostruì
fedelmente la drammatica storia di Quirico e Giulitta. L'estensione
dei loro culto nel mondo cristiano è però una sicura garanzia
dell'autenticità storica dei loro martirio. In Occidente il loro culto si diffuse nel Medioevo
soprattutto in Italia, Francia e Spagna. Il vescovo francese d'Auxerre S.
Amatore (o Amanzio) tornando da una visita ai Luoghi Santi trasportò le
reliquie da Antiochia a Marsiglia, dove furono deposte nell'Abbazia di S.
Vittore. Amatore morì nel 418, e da quest'epoca comincia, forse, la diffusione
in Occidente dei culto dei due SS. Martiri. In Italia si contano una cinquantina di località che portano il nome di S.
Quirico (o Chirico), ma ben più numerosi sono i luoghi di devozione (chiese
parrocchiali e non, oratori, etc.). In Campania è individuato come unico luogo
di culto la chiesa di Bolano (Salerno), dove la medievale devozione è attestata
da un documento di vendita dell'801 (Codex Diplomaticus Cavensis 1,5 - Badia di
Cava).
Il nome Quirico, precisano i linguisti, sarebbe la forma volgare di Ciriaco.
Entrambi derivano da Kyrios (cioè Signore, in greco) ed equivalgono al latino
Dominicus. |
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