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Sabbioneta, la città ideale dei Gonzaga

Il 28 aprile la mia classe e la 2B sono state in gita scolastica a Sabbioneta, la "città ideale" che Vespasiano Gonzaga voleva realizzare a forma di stella, circondata da mura che ancora oggi sono perfettamente intatte.

Appena arrivati, abbiamo fatto una piccola sosta in Piazza d’Armi per mangiare qualcosa prima di visitare Palazzo Giardino. Accompagnati da una guida, ci siamo diretti all’interno del palazzo. Le prime stanze che abbiamo visitato erano molto piccole, anche se assai decorate e collegate da porte molto basse rispetto a quelle moderne.

Totalmente diversa la galleria, molto più lunga (con i suoi 96 metri è una delle più lunghe gallerie dell’epoca rinascimentale in Europa) e piena di affreschi monumentali. Sembrava ancora più lunga grazie anche all’effetto ottico creato dalle pitture situate alle estremità della stanza che rappresentano, usando il metodo della prospettiva, delle colonne che sembrano continuare all’infinito.

Un’altra stanza molto particolare è la "Stanza degli specchi" che, come dice il nome, aveva quattro grandi specchi (ora tolti per motivi di sicurezza): due sul soffitto e due alle estremità per rendere la stanza più alta e più lunga, visto che era usata per accogliere gli ospiti.

Dopo la visita a Palazzo Giardino, ci siamo recati al Palazzo Ducale dove era però vietato l’accesso visto che, all’interno, era in corso una mostra di mobili antichi; ci siamo quindi accontentati di ammirare la facciata del palazzo.

In seguito ci siamo diretti verso il Teatro Olimpico, costruito da Vincenzo Scamozzi nel tempo record di un anno e mezzo (visto che il Gonzaga stava per morire). Questo teatro prende il nome dalle statue che sono state sistemate a semicerchio davanti al soppalco del teatro e che rappresentano i dodici dei dell’Olimpo. Su quel soppalco prendeva posto Vespasiano con sua moglie e tutte le altre dame. Dietro al posto di Vespasiano (da cui si vedeva ottimamente) era dipinto sul muro il primo Vespasiano: Vespasiano Augusto, l’imperatore romano, lo stato a cui l’ideatore di Sabbioneta s’era ispirato. Questo teatro in epoca fascista fu usato come cinema e i fascisti distrussero lo sfondo per le commedie per inserire il telone per le proiezioni.

Dopo aver lasciato il teatro (che consta di tre uscite: una per il pubblico, una per gli attori e una per Vespasiano), siamo andati a visitare la Sinagoga di Sabbioneta dove tutti i ragazzi dovevano indossare il cappello o il copricapo che consegnavano all’entrata. Ci hanno spiegato un po’ i motivi di questa consuetudine prevista dalla la religione ebraica e ci hanno detto che non ci sono più ebrei a Sabbioneta in quanto l’ultimo morì nel 1837 (la maggior parte si trasferì a Milano prima della Seconda guerra mondiale).

Per concludere questa bella gita (anche il tempo ci ha favoriti) abbiamo fatto un giro tutt’intorno alle mura che non sembrano risentire per niente del tempo e sono circondate da erba e piante selvatiche. Prima di cominciare il giro ci siamo divisi in due gruppi: gli allergici e i non allergici al polline. Io non sono allergico e quindi sono riuscito a fare il giro completo, senza problemi.

Nonostante il caldo, ci siamo divertiti e siamo tornati a casa esausti ma contenti. Non vedo l’ora di rifare un’altra gita così bella e istruttiva.

Mirko

Numero 3
maggio 2004