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TORTA SABBIOSA Un gruppo di alunni della 1A si cimenta con una classica ricetta veneta per la verità con risultati un po' deludenti, ma anche dagli errori si può imparare. Ingredienti
sale Preparazione Lavorare a lungo il burro con lo zucchero fino a renderlo cremoso ed omogeneo. Aggiungete i tuorli uno alla volta, senza versare il successivo prima che il precedente sia stato del tutto assorbito. Mescolare con cura. Setacciare insieme la fecola, la farina, un pizzico di sale e il lievito; versarli sul composto facendoli cadere da un setaccino e mescolare. A parte montare a neve gli albumi e aggiungerli delicatamente al tutto. Imburrare una tortiera, infarinarla e rimuovere la farina in eccesso. Versare il composto nella tortiera e metterla nel forno preriscaldato a 180° F; far cuocere per circa 30' senza aprire il forno per evitare che la pasta si afflosci. Verificare la cottura, infilandovi uno stecchino di legno che dovrà uscire ben caldo e perfettamente asciutto. Togliere la torta dal forno e lasciarla raffreddare. Toglierla dallo stampo, metterla su un piatto e cospargerla di zucchero a velo.
UNA
RICETTA ... "STORTA" Ciao
a tutti! Siamo Silvia, Davide, Anna, Valentina, Michele, Federico e Andrea
della 1^A, i partecipanti al laboratorio di cucina di lunedì 2 febbraio.
Abbiamo tentato di preparare la torta sabbiosa. L'abbiamo scelta fra varie
ricette del Veneto che abbiamo raccolto in un cartellone esposto nella
nostra classe. Purtroppo
non sempre le cose riescono, come sono state programmate: infatti abbiamo
seguito le varie fasi del procedimento alla lettera, con tanto di cartelli
appesi in bacheca proprio per non sbagliarci. Silvia e Michele hanno
amalgamato il burro e lo zucchero, Anna e Valentina hanno montato a neve
gli albumi (che fatica con la frusta a mano portata dalla prof.!), Davide
e Andrea hanno setacciato la farina (non sempre hanno centrato la
ciotola!) e infine Federico ha imburrato la tortiera per evitare che
l'impasto si attaccasse alla tegliera.
La cosa più bella è stata vedere la torta che lievitando in forno si
gonfiava: era tutto perfetto... o così credevamo. La bilancia era un po’
“sballata” e ha sbagliato a pesare la farina: non ne abbiamo messa a
sufficienza. Ce ne siamo accorti solo alla fine, quando abbiamo infilato
lo stuzzicadenti per vedere se era cotta. Avrebbe dovuto uscire
perfettamente asciutto, invece era completamente bagnato. Subito dopo la
torta ha cominciato a sgonfiarsi rapidamente sotto i nostri occhi: non ci
volevamo credere! C'è
stato un momento di panico e siamo andati in sala computer ad informare
dell’incidente i nostri compagni, che stavano preparando l'invito per il
Preside e il personale della scuola. Il giorno dopo avrebbero dovuto
assaggiare il nostro "capolavoro". Dovevamo
decidere cosa fare. Avevamo due alternative: affrontare la vicenda con
ironia e invitare comunque Preside, bidelli e segretari oppure mangiarla
da soli nella nostra classe per evitare delle figuracce. In sei su sette
abbiamo votato a favore della prima ipotesi perché gli sbagli a volte
sono utili per imparare e non dobbiamo vergognarcene. Il
giorno dopo i nostri invitati sono venuti nella nostra aula per assaggiare
il famoso dolce Veneto: sapeva soltanto di burro e zucchero. A noi è
piaciuto, agli altri forse un po' meno. Comunque, nonostante il modesto
risultato, noi sette ci siamo divertiti tantissimo. Speriamo
solo che per la prossima torta in cucina ci sia un bilancia nuova! Silvia, Michele, Davide,
Valentina, Andrea, Federico, Anna
UN PO' DI STORIA... Nella cucina tipica del Veneto possiamo distinguere tre fasce territoriali: quella costiera e lagunare (legata ai prodotti della pesca), quella dell'entroterra pianeggiante e collinare (basata sui prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento) e quella montana della provincia di Belluno (più orientata all'uso di prodotti caseari, di ovini e caprini). La repubblica marinara di
Venezia, grazie ai suoi commerci con l’Oriente, ha introdotto una serie
di ingredienti particolari nella cucina veneta come le spezie. Tutta
la gastronomia veneta è dominata da quattro elementi: polenta, riso,
fagioli e baccalà. Il piatto tradizionale della regione è infatti
polenta e baccalà. Il
riso ha determinato la creazione di circa quaranta piatti diversi. I più
famosi sono "riso e bisi" e "riso e figadini". Il riso
arrivò nel Veneto dal mondo arabo in seguito ai commerci veneziani con
l'Oriente. Dalla prima metà del 1500 venne coltivato nel veronese nelle
vaste pianure di Roverchiara e Palù, dove ancora oggi si produce una
interessante varietà di riso vialone nano. La
polenta è il simbolo popolare della cucina veneta. A Venezia esistevano
dolci rustici fatti con farina gialla già prima della scoperta
dell'America. Questo significa che il famoso mais (mahiz, lo chiama
Colombo, imparando il termine degli indigeni dell'isola Hispaniola) è
arrivato nel Veneto in tempi remoti, attraverso i traffici veneziani con
l'Oriente. A Verona c’è grande
differenza tra la cucina povera delle zone di montagna, dove domina la
polenta che accompagna ogni cibo, e quella cittadina più legata
alle antiche e ricche tradizioni della città. Sono piatti tipici l'anatra e
la faraona accompagnate, come altre carni, con la pearà,
la più famosa salsa veneta che si prepara con brodo, spezie, pangrattato,
burro, salumi, molto pepe e, a Verona, midollo di bue. Questo dolce veniva preparato già intorno al 1700 in provincia di Treviso, da dove si diffuse in tutta Italia. Oggi è ancora preparato nelle case del Trevigiano, di Cittadella (Pd) e del Vicentino. |