|
Voooo… gaaa!!! Diario di bordo di tre pagaiatori lungo un fiume che attraversa una città Questo documento è stato scritto con lo scopo di essere tramandato alle generazioni future qualora esse volessero riproporre questa eroica esperienza ai loro professori. Due "carriole" della APTV ci accompagnarono sul luogo dell’imbarco per la gloriosa impresa denominata "canoto sbusà". Essa consisteva in una rapida e silenziosa navigazione passando sotto ai dodici ponti di Verona, utilizzando i nostri mezzi da sbarco, altrimenti detti gommoni. Arrivati alla diga del Chievo, dopo esserci muniti di pagaia e giubbotto di salvataggio, nel caso a qualcuno fosse venuta la brillante idea di fare un bagnetto in compagnia delle "pantegane", siamo partiti per la nostra avventura. Solo dopo una breve lezione di teoria e dopo aver calato in acqua i nostri "bastimenti", siamo passati alla fase operativa. Remare, o meglio pagaiare, non era difficile: bastava mantenere lo stesso ritmo, però… che fatica! Ad ogni modo un po’ di movimento non fa male a nessuno. Dopo aver passato alcuni ponti, abbiamo effettuato il primo sbarco proprio nei pressi del Ponte di Castelvecchio. Qui il nostro "generale" ci ha spiegato la storia di Verona, le sue origini, i signori Scaligeri che l’hanno dominata durante il Medioevo: una vera noia!!! Ma continuiamo la navigazione. Oltrepassati altri ponti, abbiamo attraccato alla vecchia Dogana di Verona. Anche lì ci hanno fatto una ramanzina di storia. La parte più emozionante del nostro viaggio lungo l’Adige è stata attraversare le rapide presenti sotto due ponti: Ponte Pietra e Ponte della Ferrovia… che lavata!!! Qui qualche gommone ha cercato senza troppo successo di risalire la corrente. Arrivati in località Boschetto, dopo un’ora e mezza di navigazione abbiamo "toccato terra" con un perfetto attracco in stile "marines". Qui ci siamo rifocillati con i nostri viveri e ci siamo cambiati le divise. Come descrivere in sintesi questa esperienza? BAGNATA?! Valeria, Diego e Davide (3^A) |