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L'uomo bicentenario

Il film, prodotto nel 1999, è tratto liberamente da due racconti di Isaac Asimov: "L'uomo bicentenario", scritto nel 1976 in occasione del bicentenario della nascita degli Stati Uniti d’America e "L'uomo Positronico".

Il regista Christopher Columbus non è nuovo a trasposizioni letterarie; infatti è autore dei primi due film della saga di Harry Potter ed è stato anche il regista di "Mamma ho perso l'aereo 1 e 2" e di "Nemiche-Amiche".

Come in una gigantesca fiaba moderna, la storia ruota intorno alla vita di un robot domestico, Andrew, che, come un bambino che esplora il mondo toccando ed emettendo suoni di stupore per ogni cosa che trova, lentamente manifesta curiosità ed interessi prettamente umani, grazie anche all'incoraggiamento del suo proprietario.

Passano gli anni e la più piccola delle due ragazze, che Andrew chiama "Piccola Miss", ormai cresciuta, sta per sposarsi. In realtà la ragazza è innamorata del robot che, naturalmente, non capisce i suoi sentimenti; così lei, rassegnata, si sposa.

Poco tempo dopo Andrew chiede la libertà alla famiglia e, a malincuore, gli viene concessa. Dopo la morte del padrone decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di un suo simile; sfortunatamente non ne trova. In compenso trova Rupert, un geniale esperto di robotica che diventerà la sua fata-madrina e lo aiuterà a trasformarsi esteriormente, in un essere umano.

Andrew, col suo nuovo aspetto, sente il bisogno di tornare nel luogo dove è vissuto, cioè di tornare alle sue radici. Grazie a Porzia, la nipote di Piccola Miss, conosce l’amore, ma Andrew non si sente soddisfatto se non è un umano completo dentro e fuori; quindi si fa trapiantare da Rupert organi interni, quali polmoni, cuore ecc.

La sua battaglia per una completa umanità non finisce qui e spinge il protagonista a richiedere ad un tribunale internazionale di essere dichiarato "uomo" a tutti gli effetti ma la richiesta viene respinta perché Andrew conserva un cervello positronico che lo rende immortale.

Allora Andrew, novello Ulisse, si imbarca per la sua più grande avventura: la morte. Si fa trasfondere sangue che, lentamente, deteriorerà il suo sistema circolatorio e lo porterà all’invecchiamento e alla morte.

Riconvocato il tribunale, il suo presidente chiede ancora un po’ di tempo per la decisione finale che arriverà subito dopo la morte del protagonista, perché la vita non segue le regole, ma va da sola, libera.

Questa di Andrew è un po’ la nostra storia, il nostro cammino alla ricerca di una identità, del senso della nostra esistenza, una favola morale matura e nello stesso tempo divertente. E’ un film piacevole, adatto a tutte le età.

Mattia, Mara, Giulia e Claudia (3D)

numero 1
gennaio 2006