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Intervista alla nuova Preside

Come era accaduto qualche mese fa con il Preside La Russa che stava concludendo il suo incarico,

alcuni ragazzi della redazione hanno proposto una nuova intervista per conoscere meglio

la nuova dirigente scolastica, prof.ssa Estrella Cirioni. Ecco una sintesi dell’incontro.

D. Da quanti anni fa la Preside?

   R. Faccio la Preside da quattro anni.

D. Cosa l’ha spinta ad assumere questo incarico?

   R. Mi sono trovata a svolgere questo incarico per caso perché nella scuola dov’ero si era ammalato il Preside, così ho fatto per un anno intero e anche per metà dell’anno successivo la facente funzioni. Tutto sommato questo incarico era abbastanza stimolante e allora ho deciso di lanciarmi in questa professione nuova. (gesticola tenendo la penna in mano)

D. Dov’era prima di venire in questa scuola?

R. Prima di venire in questa scuola ero all’Istituto Comprensivo di Ronco-Albaredo d’Adige. (continua a rigirare la penna)

D. Come si immaginava questa scuola? La conosceva?

R. Beh, me ne avevano parlato dei colleghi, poi sono andata a vedere anche il vostro sito internet curato dal prof. Cambioli, così, quando sono arrivata, qualcosa di questa scuola sapevo. Me ne avevano parlato bene e quindi mi aspettavo di trovare una scuola molto attiva. Me ne aveva parlato molto bene anche il Preside della commissione degli esami di quest’anno, tutto sommato tra colleghi ci passiamo le informazioni. (muove le mani)

D. Come giudica questo istituto dal punto di vista architettonico?

R. Beh, dal punto di vista architettonico non mi piacciono i prefabbricati e questa lo è, ma è un edificio nuovo e sicuramente la scuola dov’ero prima era peggiore di questa anche dal punto di vista architettonico. Io non avevo un ufficio così a Ronco! (si tocca la sciarpa)

D. Come è stato l’impatto con la nuova scuola?

R. Mi sono trovata bene perché, pensate, dove ero avevo un istituto formato da sei scuole e fra l’altro una era distante 15 km dalla sede dove avevo l’ufficio per cui era un istituto più grande di questo. Inoltre l’istituto comprendeva il territorio di due Comuni, quindi è chiaro che le problematiche erano maggiori; questo invece è un ambiente più "familiare", essendo una scuola più piccola con due plessi soltanto (abbassa gli occhi e guarda la penna)

D. Come trova gli studenti?

R. Beh, diciamo che la situazione è abbastanza buona: ci sono alcune classi, soprattutto nella scuola media, un po’ problematiche, ma diciamo in generale è una situazione piuttosto controllata. (batte tre colpi con la penna sul tavolo e scuote un po’ la testa)

D. Quali materie insegnava prima di fare la Preside? Insegnava alle elementari, alle medie o alle superiori?

R. Insegnavo lettere, prima alle superiori (al Galileo Ferrarsi), poi sono passata alle medie perché c’erano più cattedre e quindi c’era più possibilità di lavoro. (tocca un foglio sul tavolo)

D. Quali sono i suoi progetti per la nostra scuola? Ha intenzione di apportare delle modifiche?

R. Mah, diciamo che il lavoro del dirigente è quello di fare della propria scuola il meglio e questa è già una scuola dove ci sono bravi insegnanti che lavorano bene. Sapete che ho anche uno staff di collaboratori con cui mi consulto: è chiaro che cercheremo di migliorare ancora la scuola. Non bisogna mai aver paura di mettersi in gioco, come anche voi alla vostra età, bisogna sempre avere degli obiettivi da raggiungere. E’ chiaro che delle modifiche dovranno essere apportate, ma non ho intenzione di fare la rivoluzione nel senso che la scuola, come la vita delle persone, è un continuo cammino durante il quale non si resta sempre uguali. La scuola come struttura è statica, ma quello che si fa dentro la scuola, i lavori, i progetti che vengono portati avanti sono sempre in continua evoluzione. Se vedessimo che un progetto non ha l’approvazione dei ragazzi, se nelle analisi fatte dagli insegnanti che lo curano ci si accorge che c’è qualcosa che non va o che deve essere cambiato insomma si cambia. Siccome la vostra scuola va già bene, non è che io abbia intenzione di cambiare tutto, specialmente il primo anno. Sapete, quando uno arriva, ha bisogno di guardarsi intorno, non è che io abbia intenzione di rivoluzionare tutto: infatti, se guardate i progetti portati avanti, sono più o meno gli stessi dell’anno precedente, ma se ci accorgiamo che si deve fare un aggiustamento o ci viene un’idea nuova, io con i miei collaboratori o qualche insegnante si procede come è stato con la sperimentazione musicale dell’anno scors. Non è partita da me nel senso che la richiesta è stata fatta lo scorso anno quando io non c’ero, però, credetemi, ha trovato tutto il mio appoggio perché io ci credo molto. (gesticola, si tocca il naso, si appoggia allo schienale della sedia)

D. Ha degli hobby oppure l’incarico da Preside le occupa tanto del suo tempo?

R. Il lavoro di Preside all’inizio è stato un hobby, ma poi è diventato un impegno. Tempo fa facevo parte del comitato del Provveditorato che si proponeva di diffondere l’uso dell’informatica presso gli insegnanti della scuola dell’obbligo e quindi al computer ci passavo e ci passo molte ore. Un hobby che ho, poi, è quello del decoupage, anche se non sono molto brava, ma mi piace. Mi piace molto anche leggere: sono una divoratrice di libri. (batte un colpo sul tavolo, toglie e rimette il tappo alla penna)

D. Come descriverebbe il suo carattere?

R. Direi che in fondo sono ottimista e con gli anni sono diventata anche un’ottima mediatrice nel senso che quando ero più giovane nelle mie posizioni o era bianco o era nero. Con gli anni ho imparato che c’è il grigio con tutte le sue sfumature, l’ho imparato forse anche con i ragazzi quando insegnavo, il fatto di saper mediare certe situazioni è importante, è una cosa che non so se si apprende con il tempo o è proprio la vita che ci cambia in questo senso. (abbassa gli occhi più volte, poi aggiunge…) Visto che il giornalino uscirà alla fine di gennaio, mi auguro che il primo quadrimestre sia stato proficuo e ottimo per tutti! Il vostro giornalino è proprio bello, non so se è anche merito dei professori che vi seguono (anch’io nella mia scuola mi occupavo del giornalino), però sicuramente anche voi che ci lavorate siete bravi.

Numero 1
gennaio 2006