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Incontro
con Vittore Bocchetta Prima di lasciare a noi ragazzi il tempo per fare delle domande, abbiamo visto parte di un filmato in cui egli raccontava la sua cruda e terribile vicenda. Quindi egli ci ha dato ulteriori informazioni, raccontandoci come iniziò a far parte della resistenza veronese, a causa della quale fu arrestato e portato nel campo di concentramento di Flossenburg. Visse
in condizioni spaventose e disumane. Egli attribuisce la sua sopravvivenza
alla conoscenza delle opere illuministe di Voltaire. Infatti, durante una
visita medica, conobbe un medico il quale lo fece ricoverare, pur non
essendogli stata diagnosticata alcuna malattia, grazie alla passione
condivisa da entrambi per la filosofia illuminista. In questo modo evitò
di lavorare durante i mesi della stagione invernale e poté cibarsi
regolarmente, al contrario dei periodi precedenti in cui veniva nutrito
con soltanto 183 calorie e il suo peso era pari a 48 Kg, per
un’altezza di 180 cm.
Riuscì
a fuggire durante la marcia definita “della morte”, nella quale
insieme ad un compagno francese (che tuttora sta cercando) riuscì a
nascondersi in una buca sotto ad un tronco, aspettando che tutti gli altri
prigionieri riprendessero la marcia. Riuscito a tornare in Italia, ottenne il visto per l’America dove rimase per alcuni anni. Infine, per conoscere più dettagliatamente la sua storia, ci ha consigliato la lettura di “1940-1945, quinquennio infame”, il libro che ha pubblicato recentemente. Tuttora egli porta la sua testimonianza nelle scuole perché questi orrori non si ripetano mai più. Questa esperienza ci ha fatto riflettere sui tragici avvenimenti del passato. Alice B., Elisa B., Filippo B., Marta G. e Beatrice M. |