Il
bambino con il pigiama a righe
di
John Boyne (Fabbri editore)
È
la storia di un bambino, Bruno, di nove anni la cui famiglia
è benestante. Siamo nel periodo della seconda guerra
mondiale. A causa del lavoro del padre, comandante
dell’esercito tedesco, si trasferisce dal centro di Berlino
in una città della Polonia che lui chiama Auscit. Nella nuova
casa Bruno si sente solo perché non ha nessuno con cui
giocare. Infatti, vicino alla sua casa, non vi sono altre
abitazioni, ma solo un campo di concentramento, circondato da
una rete molto alta di filo spinato.
Un
bel giorno decide di fare un’esplorazione per capire perché
dall’altra parte ci sia così tanta gente e perché tutti
portino lo stesso pigiama a righe; più di tutto, desidera
scoprire fino a dove arriva la rete. Così parte e, dopo
un’ora, vede un bambino seduto dall’altra parte della
rete. Diventano subito amici per la pelle e si danno
appuntamento ogni giorno, alla stessa ora, nel medesimo luogo.
Questo bambino si chiama Shmuel, è ebreo ed ha la sua stessa
età, anzi è nato lo stesso giorno di Bruno. È molto magro,
triste e ha la faccia quasi grigia, con degli occhi enormi.
Un
giorno Bruno, curioso di scoprire cosa si fa al di là della
rete, con l’aiuto del suo amico si traveste come tutta
quella gente, cioè con un pigiama a righe. Si avventura in
quel luogo a lui sconosciuto, ma durante l’esplorazione
vengono presi da alcune guardie del campo e portati in una
stanza ove ingenuamente pensano di potersi riparare dalla
pioggia che stava cadendo abbondante…
Questa
storia è difficile da raccontare in poche parole, soprattutto
perché anche noi ci potremmo trovare davanti ad un recinto e
desiderare di conoscere cosa c’è dall’altra parte, ma non
sempre è piacevole quello che può nascondere. Bruno lo
scopre tragicamente.
L’autore,
che è nato nel 1971 e vive a Dublino, ha scritto questo suo
primo libro per i ragazzi, ma il libro non è solo per
ragazzi.
Agnese
Z.
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