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Chi sono i "bambini di strada"? Sono stimati tra i 100 e i 150 milioni in tutti i continenti del mondo (Europa compresa), hanno dai 5 ai 18 anni, vengono chiamati chokora, homeless, pajaros fruteros, moineaux, meninos de rua, ninos de la calle: sono i ragazzi di strada, le prime vittime "della disgregazione familiare, dell'urbanizzazione forsennata, delle migrazioni e delle numerose guerre dei nostri giorni". La strada è come "una madre-matrigna": all'inizio per i bambini sembra "un'isola di salvezza" perché è vissuta come gioco o come lo "scenario di un'avventura meravigliosa che può fare piacere e liberare dalla visione ripetuta della madre picchiata, dei fratellini affamati, della violenza e dell'umiliazione". Ma poi, come ha raccontato padre Shay Cullen, presidente della Preda foundation delle Filippine (dove vivono 1.200.000 ragazzi di strada), la strada si trasforma in un luogo terribile dove devono "scavare tra i rifiuti, mendicare, vendere e sniffare droga, rubare. Spesso non sono rispettati dalla polizia, subiscono violenze, sono costretti a prostituirsi. Lo sfruttamento peggiore dei bambini è quello di togliere loro un rene per venderlo a malati benestanti in attesa di trapianto". Ma ancora peggio, come accade anche in Brasile, Guatemala e Honduras, "i ragazzi di strada sono considerati dei parassiti dai commercianti, che ne chiedono l'eliminazione. Numerose città sono state testimoni dell’attività degli squadroni della morte, gruppi di vigilantes che sono spesso poliziotti che hanno terminato il servizio. Davao City, nell'isola di Mindanao, al sud delle Filippine, è tristemente celebre per i suoi squadroni della morte che sopprimono i ragazzi di strada". |