Il
bullismo: cominciamo a parlarne
Chi
è il lupo e chi la pecora?
In
questo numero e nel prossimo parleremo di un fenomeno che si
sta
imponendo all’attenzione dell’opinione pubblica: il
bullismo.
Sicuramente
non è un fenomeno nuovo, ma oggi se ne parla di più perché
i fatti più gravi, avvenuti in scuole pubbliche e tra ragazzi
delle superiori, sono sotto gli occhi di tutti, filmati e
diffusi in Internet dagli stessi protagonisti e fatti passare
come episodi su cui ridere: il sito infatti si chiama “Video
divertenti”. Ma cosa ci può essere di divertente
nell’aggressione ad un ragazzo Down?
Riguardo
al comportamento dei ragazzi a scuola, posso dire che le
notizie tristi di questi ultimi giorni sono state davvero
tante. Anche nella mia scuola succedono fatti che fanno
pensare e mi chiedo: “Perché alcuni ragazzi, che
all’inizio sono giocherelloni e simpatici, diventano con il
tempo cattivi?”. La risposta che mi arriva immediatamente è
questa: “Le cattive compagnie”.
Spesso
molti ragazzi sono delle persone straordinarie. Si può dire
che abbiano un cuore d’oro, però entrando alla scuola
media, che io penso sia la rovina di tutte le amicizie,
conoscono quelli più grandi di due o tre anni i quali, grazie
alla loro indipendenza, li trascinano sul proprio carro e li
portano verso una cattiva strada. Questi ragazzi cambiano
totalmente e arrivano a fare cose per le quali da
piccoli dicevano: “No, io non lo farò mai”. Fumano,
bevono, commettono cattive azioni ed in seguito i voti
a scuola calano.
Al
telegiornale si sentono fatti “vomitevoli” i cui
protagonisti sono adolescenti che prendono in giro compagni
che non possono difendersi o che hanno dei problemi. E’
successo anche ad un ragazzo down che è stato picchiato, a
scuola, da alcuni coetanei e la scena è stata ripresa da un
altro studente e diffusa su Internet. Viene da chiedersi se
comportarsi in questo modo significhi davvero “essere forti
e coraggiosi” o se piuttosto non sia “una gran
vigliaccata”, dal momento che la vittima è inerme. Chi è
quindi la “pecora”?.
Da
questo episodio si può intuire che il mondo dei giovani
d’oggi sta andando di male in peggio e si spera che, come
migliora la scienza e tutte le altre cose, migliorino anche i
giovani. E’ un augurio che faccio anche a me stessa.
Speriamo si avveri!
Arianna
C. 2B
Nella
mia realtà di studente penso che i comportamenti dei ragazzi
non siano corretti. Ci sono dei ragazzi che conosco che si
sono rovinati con il fumo e con le brutte compagnie.
Anche
al telegiornale si sentono fatti disastrosi dove gli studenti
prendono in giro i loro compagni meno fortunati, come è
successo ad un down: l’hanno picchiato e uno di loro ha
ripreso con il cellulare la tragedia. Questi fatti non mi sono
per niente piaciuti. Credo che, se io fossi maltrattata, lo
andrei a dire subito alla Preside e ai miei genitori e spero
che queste azioni di maleducazione e di presa in giro non
capitino più.
Vorrei
anche far riflettere i ragazzi che hanno fatto quell’azione
e i ragazzi che sono tentati di fare azioni simili. Anche
certe ragazze non sono molto “santarelline”: infatti in
molti casi sono proprio loro il motivo che porta i ragazzi a
fare pazzie.
Se
devo esprimere il mio parere, penso che io non farei mai
quelle cose, anche perché trascinerei i miei amici sulla
strada della rovina: infatti, oltre a rovinare te stesso,
rovini anche il tuo amico o conoscente che hai personalmente
trascinato per paura o solitudine. E’ per questo che trovo
veramente inaccettabile il comportamento di certi ragazzi e
ragazze.
Milena
B. 2B
Insulti,
urla, sedie sbattute contro i muri, professori umiliati che
appaiono impotenti, attacchi verbali che si trasformano in
violenze: sono queste le notizie che si possono leggere sui
giornali o ascoltare alla TV in questo periodo. E’ il
bullismo. Ma in cosa consiste esattamente questo fenomeno?
Il
bullismo è la prevaricazione dell’uno sull’altro che vede
protagonisti gli adolescenti e si manifesta con una serie di
prepotenze e umiliazioni, che uno o più ragazzi riuniti in
branco infliggono ai loro coetanei a scuola. Ci sono alunni
che non riescono a tenere a freno la propria impulsività,
vittime cui viene intimato di non parlare e che in genere
reagiscono con il silenzio, altri alunni che pur assistendo
agli abusi dei bulli preferiscono tacere e farsi i fatti
propri.
Molestare
chi è debole quindi fa parte del “gioco”, mettere in
difficoltà le persone indifese dà piacere. Certo, siamo ben
lontani dai drammatici fatti che succedono in America, dove
studenti entrano nelle scuole armati, ma bisogna comunque
rendersi conto che è un campanello d’allarme che ci segnala
il malessere della nostra società.
Tra
tutti gli episodi di bullismo quello che mi è rimasto più
impresso è stato quello del video che riprende un ragazzo
down sottoposto a una serie di soprusi, nell’istituto
tecnico superiore di Torino. Basta entrare in Internet e
cercare sul motore di ricerca: “video divertenti” per
poter assistere alla tortura di un ragazzo down fatta da parte
dei compagni di classe; al ragazzo vengono lanciati libri,
viene sbeffeggiato e preso a calci, solo pochi non partecipano
all’aggressione, ma anche tutti gli altri sono colpevoli.
Ma
dove siamo arrivati? È necessario avere nelle scuole le forze
dell’ordine? Secondo me no, basterebbe che gli spettatori di
queste violenze denunciassero la cosa e bisognerebbe poi
garantire loro la protezione e l’appoggio di genitori e
insegnanti.
Secondo
la mia opinione questi ragazzi vivono in un ambiente familiare
poco sereno e forse violento, trovano sfogo attraverso queste
manifestazioni di violenza perché non è stato loro insegnata
bene l’educazione. Vivendo in un ambiente familiare poco
tranquillo, spesso sono fuori casa e frequentano gruppi di
ragazzi più grandi da cui imparano la violenza: fumare,
picchiare, commettere atti vandalici e molto altro.
Ma
perché si divertono a picchiare altre persone? Forse perché
si sentono grandi, ammirati dagli altri, forse perché a casa
si sentono soli e sfogano la loro rabbia sugli altri, forse
solo per divertimento. Spesso, quando commettono dei reati,
sono in compagnia del gruppo, così si sentono superiori e
attirano su di sé quell’attenzione che a casa non hanno.
Denise
B. 2B
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