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SOAVE: TRA FANTASIA E REALTÀ

UN GIORNO AL CASTELLO

Un giorno, io e la mia classe siamo andati a visitare il castello di Soave. Mentre stavo per sedermi sul pullman, all’improvviso mi sembrava di essere nel medioevo. Case e castelli apparivano davanti a me; piccoli commercianti che vendevano i loro prodotti e altri lavoratori in cerca di clienti. C’era, però, qualcosa di strano: tutta quella gente appariva con visi familiari. Vidi ragazzi giocare: erano i miei compagni; scorsi una donna battere i tappeti e mi accorsi che era la mia maestra. Mi diressi verso il castello del Conte Marco e, nel tragitto, messer Giulio pescava nel laghetto vicino al palazzo.

 

Mentre entravo, notai che c’erano tante porte ed io dovevo entrare in quella che mi portava dal Conte Marco. Nella sala d’attesa dame e cavalieri chiacchieravano mentre a destra il Conte parlava con una donna della servitù. Si girò e mi confidò che in quel castello tutti erano prigionieri e che per poter andarsene si doveva ricercare l’Unicorno bianco che viveva sul monte Tenda e si dovevano prendere tre gocce del suo pianto. Non persi tanto tempo e mi avviai. Dopo qualche giorno arrivai ai piedi del monte, mentre stavo per arrampicarmi sentii un nitrito squillante e prolungato: capii che era l’Unicorno. Sul primo costone notai una piccola grotta e all’interno l’Unicorno ferito. Mi avvicinai e mentre piangeva presi delle gocce di pianto in una ampolla. Mi sedetti accanto, lo accarezzai e gli tolsi un’enorme spina sotto lo zoccolo. Per ripagarmi mi disse di salire sulla sua groppa: mi avrebbe fatto uscire da questo luogo intricato, sconosciuto e sinistro. Attraversai sentieri scoscesi, ruscelli e dirupi. Arrivai al castello. Ero sul ponte levatoio quando squilli di tromba acclamavano il mio ritorno. Ma…..una voce il mio nome….."Yuri, Yuri, ….dai che fai tardi"……

E’ la mia mamma che mi sveglia per andare a scuola.

Yuri

Giornata nel medioevo.

Mentre stavo terminando il castello in polistirolo da portare a scuola cominciai a fantasticare. Mi ritrovai in una casa del medioevo. Ero vestito da giullare, camminavo saltellando e scherzavo con tutti. Lungo la via che portava al castello incontrai un marchese che mi disse: "Stasera sei invitato al castello per intrattenere i commensali. Firma qui!" Io firmai.

Mi accorsi anche che aveva due guardie del corpo, uno si chiamava Gaia e l’altro Orco. Con una carrozza andai a visitare il castello, nel fossato c’erano cinque coccodrilli. La costruzione era come il castello che stavo terminando. Chiesi al marchese dove era la mensa: due servi mi accompagnarono, la mensa era come quella di scuola che era un po’ maltenuta. Quando fui uscito sopra ad una torre notai che c’era un drago.

 Tornando nella modestissima casupola mi esercitai nel fare il giocoliere, l’acrobata, il pagliaccio, mi inventavo le battute, gli scherzi, le mosse buffe. La sera, mentre stavo facendo il mio lavoro, avevo sentito gridare il marchese in modo allarmato: " La principessa è stata rapita!" . Io rincorsi il rapitore e quando raggiunsi la porta del mastio mi accorsi che era chiusa, uscii, presi la spada di una guardia e chiamai il drago che mi portò fino alla finestra. Entrai, ci fu un combattimento all’ultimo sangue e riuscii ad abbattere il rapitore. Il drago lo prese e lo portò alle guardie e........

Improvvisamente mi scossi e ripresi a colorare il castello.

Jacopo

Invito al castello.

Mi trovo a casa di Giulia, una mia amica, stiamo costruendo il nostro castello da portare a scuola. Quando arrivarono le 21.00 andai a casa e mi addormentai. Sognai di essere in Valle d’Aosta in un castello di nome Fénis, come quello che stiamo finendo di costruire. Io ero la figlia del re Paolo e la regina era mia mamma Laura. La mia stanza era molto grande con un bel letto a baldacchino e invece i servi avevano un lettino, lavorando duramente dalla mattina a sera. Nel castello giravano guardie in ogni luogo continuando a parlare dicendo: "Oggi si svolgerà un torneo, dobbiamo tenerci in forma e preparare l’occorrente. Io non riuscivo a capire le loro frasi ma li seguii e mi portarono nelle tribune mentre sul campo c’erano già due schiere di soldati. Il luogo era animato e colorato, pareva uno stadio, dove sedevo io c’erano tutte damigelle che ammiravano i cavalieri e al vincitore avrebbero regalato un fazzoletto di raso. I soldati del castello indossavano i colori giallo e blu, mentre gli avversari avevano il verde e il rosso. Ero un po’ terrorizzata perché la cosa principale che si vedeva era sangue. Certe damigelle piangevano ma altre erano agitate per la paura di perdere il loro amato. I bambini dovevano essere nella stanza giochi dove dovevo essere anch’io per badare a loro. Alla fine del torneo i cavalieri del castello vinsero e le dame andarono ad abbracciarli ed a curare le loro ferite. Quando tutto fu a posto i miei genitori mi vennero a cercare: mio papà avendo visto che nella stanza giochi non c’ero mi cercò ovunque. Sulla mia spalla sentii una mano: era quella di mio padre che con la faccia arrabbiata mi diede uno schiaffo e…..la sveglia suonò. Mia mamma e mio papà erano davanti a me e dissi: "Meno male era solo un sogno!".

Vanessa

Il giocoliere del re

A scuola un bel pomeriggio osservai un libro sul medioevo e con la mente immaginai di essere un bravissimo giocoliere e…… Mi trovai improvvisamente in un castello medioevale a divertire molte persone tra cui anche il re. Finito lo spettacolo mi avviai, con un carro tirato da buoi, verso un altro castello che si scorgeva in lontananza. Per arrivare dovevo passare attraverso le case dei contadini e vedendo quelle facce sporche e soprattutto tristi, decisi di divertire quei poveretti al posto di quel ciccione del re. Mi misi subito a fare il mio spettacolo e tutti ridevano divertiti. Riuscii a far tornare la felicità sui volti di quella povera gente.

Pietro

Numero 2
marzo 2004