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Interviste… d’altri tempi

Romeo e Giulietta

Durante la visita alla Verona Shakespeariana, ho pensato che sarebbe stato bello poter incontrare dal vivo Romeo e Giulietta…

Ehi! Che idea! Potrei provare a fargli una "specie di intervista" immaginaria. A me piacerebbe sapere molte cose su di loro… Detto fatto! Ecco che in una bella giornata d’estate ci troviamo io…, Giulietta e Romeo, seduti ad un tavolino, in un bel giardino antico, con panchine di marmo e statue…

Io comincio la mia intervista dicendo: "Allora, cari Giulietta e Romeo, cominciamo con una cosa che sicuramente molti curiosi vorrebbero sapere. Perché vi siete sposati in segreto? Perché non avete detto niente alle vostre famiglie?"

Romeo: "Beh, è un po’ difficile rispondere… Allora… abbiamo deciso di sposarci in segreto per non fare arrabbiare più le nostre famiglie, per far sì che non si odiassero più...".

Io proseguo dicendo: "Quindi voi avete pensato che, siccome ogni famiglia è sempre felice di vedere i propri figli che si sposano, magari si sarebbero rappacificate!?".

Giulietta: "Sì, ma l’odio tra le nostre famiglie era così grande che sicuramente non sarebbe bastato un matrimonio per portare la pace".

Io: "Ma non avevate paura che la vostra storia sarebbe stata comunque scoperta?".

Romeo: "Sì, certo, ma noi ci amavamo tantissimo e saremmo stati insieme comunque!…".

Giulietta: "Beh, io non l’ho detto perché non volevo dare un dispiacere ai miei genitori: erano così contenti all’idea del matrimonio con quell’uomo, che non me la sentivo proprio di dirgli di no! Poi, non ho avuto il coraggio di fuggire… se fosse tornato Romeo, cos’avrebbe pensato? E poi, di certo mio padre mi avrebbe fatta cercare ovunque, così ho pensato di prendere il sonnifero perché tutti mi credessero morta, così, quando mi sarei svegliata avrei potuto fuggire con Romeo senza preoccuparmi della gente che i miei genitori avrebbe mandato a cercarmi".

"Bene, grazie mille per la vostra disponibilità. Alla prossima volta!".

Benedetta B. 2C

numero 1
gennaio 2006