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Cinema a scuola

2001 ODISSEA NELLO SPAZIO

un film di fantascienza per parlare dell’evoluzione dell’uomo

 

Anno di uscita sugli schermi: 1968

Durata: 133 minuti

Genere: fantascienza

Regista: Stanley Kubrick

La trama

Il film è diviso in quattro parti. La prima mostra cosa può essere accaduto all’inizio della storia dell’uomo quando le scimmie vivevano in un mondo ostile nel quale, oltre ad essere preda degli altri animali, dovevano lottare con altre scimmie per la sopravvivenza. Ad un certo punto un gruppo di scimmie nota un monolito, simbolo forse del mistero dell’intelligenza, capace di provocare grandi cambiamenti. In effetti subito dopo una scimmia prende un osso e capisce che esso può diventare un prolungamento della mano, cioè un’arma con cui cacciare un altro gruppo di scimmie da una pozza d’acqua.

La seconda parte, con un salto di migliaia di anni, ci porta ai nostri giorni, nel 2001, un anno che per noi fa già parte del nostro passato (ricordiamo che il film è del 1968, l’anno precedente allo sbarco sulla Luna). Il regista ha immaginato che un gruppo di astronauti atterri su una base spaziale sulla Luna dove era stato scoperto un grande campo magnetico: per la seconda volta appare il monolito.

La terza parte inizia pochi mesi dopo, cioè quando l’uomo aveva programmato un viaggio verso Giove: la missione è affidata a due "calcolatori 9000", dei computer molto avanzati, uno posto sulla terra, l’altro sull’astronave. Quest’ultimo, denominato "Hal", dopo qualche tempo fa un errore, allora i due astronauti non ibernati (altri tre, che erano stati ibernati, avrebbero dovuto risvegliarsi nel corso della missione) si ritrovano dove egli non può sentirli e si mettono d’accordo per eliminarlo. Hal però, che ha letto i movimenti delle labbra, decide di essere lui a far fuori loro. Alla fine, uno muore, ma l’altro riesce ugualmente a mettere fuori uso il calcolatore.

Nella quarta parte del film viene mostrata tutta una serie di luci, bagliori ed effetti ottici che stanno a significare il viaggio verso l’infinito. Alla fine vediamo l’astronauta che vive da solo in una strana casa arredata in modo particolare dove egli invecchia fino a quando, di fronte al solito monolito che appare per la terza volta, sembra che egli ritorni bambino.

Le tematiche

Il film attraverso la storia raccontata affronta temi molto complessi: il progresso tecnologico (dai primi strumenti ai computer di oggi), il futuro della scienza e della tecnologia, il rapporto uomo-macchina, l’evoluzione della specie umana.

Il nostro giudizio

Questo film mi è piaciuto molto. L’ho trovato interessante perché all’inizio ci ha fatto vedere come poteva essere il mondo alle origini della storia dell’uomo. Sicuramente una delle scene più riuscite è quella dove la scimmia, dopo aver toccato il monolito apparso, capisce che un semplice osso può trasformarsi in un’arma potente con cui poter impossessarsi della pozza d’acqua; secondo me questa scena è riuscita molto bene perché il regista ha voluto girarla al rallentatore per farci intuire la grande scoperta fatta. Anche l’ambientazione è molto convincente: le scene iniziali, ad esempio, durano ciascuna solo 5/6 secondi, ma stanno a significare milioni di anni che passano tutti uguali senza grandi cambiamenti. Un altro momento particolarmente significativo è stato quando il protagonista è entrato nel cuore del calcolatore per distruggerlo: erano espresse molte emozioni, tra le quali fatica, emozione, rabbia...

Ilaria B.

Mi è piaciuta soprattutto la scena in cui i due astronauti si sono ritrovati nella navicella, preoccupati per l’errore di Hal che sembrava stesse cominciando a fare di testa sua e perplessi di fronte alla possibilità di dover mettere fuori uso il computer che fino a quel momento aveva avuto il controllo quasi completo di tutta la missione.

Silvia D.I.

Penso che il film affronti e sviluppi molto bene alcuni argomenti: ad esempio quello dell’evoluzione delle scimmie; infatti si può vedere come da comportamenti istintivi esse passino a compiere azioni simili alle nostre, cioè dettate dall’intelligenza. Tutto inizia quando la scimmia riesce a capire che impugnando un osso come prolungamento della mano esso può diventare una micidiale arma da combattimento. Infatti subito dopo si vede che l’osso preistorico lanciato in aria diventa l’astronave del futuro con cui l’uomo riesce a navigare nello spazio.

Davide M.

Devo essere sincera? Odio i film di fantascienza. Anche questo non mi è piaciuto molto, ma devo dire che è fatto abbastanza bene: ci sono alcune parti ben riuscite, ad esempio la prima, quella ambientata nella preistoria, perché trovo che abbiano truccato molto realisticamente gli attori i quali hanno recitato bene il loro ruolo. Un’altra inquadratura per me significativa è quella a sfondo rosso in cui i due astronauti si parlano, ma senza suono. Si vedono solo le bocche, ma si percepisce che Hal il calcolatore capisce ogni singola parola. Il protagonista ha recitato molto bene anche quando ha mostrato l’inquietudine e la rabbia nei confronti di Hal nel momento in cui il calcolatore credeva di essere riuscito ad impedirgli di rientrare nell’astronave ed egli gli ordinava ripetutamente: "Apri il portellone, Hal… Hal… Hal!". Da evidenziare anche la parte finale perché penso sia stato difficile in quegli anni, senza i moderni computer, realizzare delle immagini come quelle in cui il capo spedizione, nello spazio infinito, viaggiava alla velocità della luce; alternate a queste immagini vengono inquadrati gli occhi del capo spedizione, spalancati, tremolanti: sembrano voler far capire che quello che l’uomo stava vedendo era una cosa nuova, incredibile e anche fastidiosa all’occhio umano a causa della forte luce. Le musiche usate sono soprattutto due: "Così parlò Zarathustra", una musica un po’ inquietante e misteriosa che si sente nei momenti in cui appare il monolito, e "Sul bel Danubio blu", un brano tranquillo e allegro del viennese Strauss che fa da colonna sonora durante le scene in cui l’astronave viaggia nello spazio.

Maddalena C.

numero 1
gennaio 2006