Messedaglia
storia
Questa
è una corte importante perché è stata costruita con un criterio preciso
e con dei mezzi finanziari buoni. E’ una corte vecchissima, che risale
ai primi tempi in cui il grande pascolo pubblico cominciava ad essere
frantumato perché si ritagliavano dei pezzi di terreno dove si potevano
praticare coltivazioni private. Si chiamavano "presa" perché
intanto uno cominciava col recintarsi quello che prima era di tutti, poi
in qualche modo riusciva ad impossessarsene.
La Messedaglia è una corte
che risale ai tempi in cui è stata scoperta l’America, cioè alla
seconda metà del 1400. Ha la struttura di una casa padronale con gli
annessi rustici e una chiesetta.
Il
nome Massadàgia deriva dal nome del fieno "massàdego" che, nel nostro dialetto, è il primo taglio del fieno che si
fa a maggio. Questa parola significa perciò: "mese di maggio".
La corte portò il nome di Massadàgia fino alla fine dell’Ottocento. Nel
Novecento il nome subì un cambiamento da Massadàgia a Messedaglia. Se
qualcuno fa riferimento, per l’etimologia del nome, al veronese
Angelo Messedaglia è dalla parte del torto. |
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Il primo edificio di
Corte Messedaglia fu una casa padronale usata dai conti Bevilacqua, possessori
di Mancalacqua e Ca’ di Capri, come luogo di villeggiatura e poi come
residenza stabile. Di questo antico edificio rimane oggi la loggia, ora
divisa fra le famiglie di Michele e Dino Adamoli, che presenta ancora
resti degli affreschi originari del Seicento e le decorazioni sulle travi
del Cinquecento. Questo edificio, chiamato "El Castel", venne
abitato nel Settecento dalla famiglia dei Personi, dai
Pellizzari e poi dai Bonesoli. L’ultima proprietaria unitaria fu la
famiglia Graziani.
Altro edificio antico è la chiesetta, ora abbandonata,
costruita nel XVIII secolo e dedicata a S. Maria in Carmine, reintitolata
a S. Rocco nel 1845. |
Nei primi anni dopo la sua costruzione, questa corte ospitava una decina di
persone. I cognomi più diffusi
erano Adamoli, Lavarini, Guardini e Benedetti. Le
persone praticavano l’agricoltura e l’allevamento di mucche e animali
da cortile. Il fondo originario (1400-1500) era costituito da centinaia di
campi. Si producevano pesche e grano, ma soprattutto foraggio.
Alla sera
nella corte si faceva il "filò", cioè si chiacchierava attorno
al fuoco. D’inverno, quando
non c’era niente da coltivare, le persone che vivevano nella corte si
riunivano nella stalla per riscaldarsi e per sgranare il grano raccolto.
Nella stagione invernale era facile che qualcuno si ammalasse e allora
si chiamava un medico che arrivava con una bicicletta e curava i malati
con delle erbe. A quel tempo
mancavano i servizi igienici e si lavavano i vestiti ai lavatoi o si
praticava la "lissìa". |
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