Home ] Su ]

Esperienze vissute in prima persona

Un giorno, mentre stavo tornando a casa in bicicletta, vidi un ragazzo su un motorino che stava impennando per strada, così stupito guardai fin dove arrivava. Lui mi guardò con uno sguardo maligno e sembrava che mi dicesse: "Ma che cavolo guardi?". Io subito mi diedi alla fuga, il ragazzo sul motorino mi rincorse, però io riuscii a scappare.

Nicola I.

     Un giorno, mentre stavo tornando a casa da scuola, un ragazzo con il motorino incominciò a seguirmi. Quando mi girai per guardarlo, lui mi sfrecciò davanti, mi insultò e poi se ne andò. Io ci rimasi molto male e non capii per quale motivo lo avesse fatto.

Alessio C.

     Stavo tornando a casa in bicicletta quando, mentre ero nella via della Scuola Media "Anna Frank", un ragazzo con un motorino passò sfrecciando davanti a me e, girandosi, mi guardò e mi fece un brutto gesto. Non lo riconobbi perché aveva il casco. Fortunatamente lui proseguì per la sua strada, così io potei tornare tranquillamente a casa.

Simone C.

     Un giorno d’inverno sono uscito di casa per andare in parrocchia all’ANSPI a giocare. C’erano dei ragazzi che giocavano a calcio, io chiesi loro di giocare, ma sbagliavo molte volte i tiri, allora se la presero con me. Io, scherzando, dicevo: "Vien qua a dirlo". Allora due ragazzi, uno di colore e uno bianco, se la presero con me e mi fecero fare il bagno nella fontana.

Giorgio S.

    Una domenica, mentre stavo giocando insieme ad un mio amico sopra una centrale elettrica ormai non più funzionante, arrivarono dei ragazzi e, siccome avevamo lasciato il pallone sotto un albero, ce lo rubarono. Ma noi, prima di lasciarli andare, lanciammo loro dei fagiolini che se ti beccano esplodono e ti macchiano, così lo sporco non va più via. Il mio amico, con un grande lancio, riuscì a prendere la maglia di uno di loro e a sporcargliela. Il giorno dopo, mentre stavo ritornando a scuola, uno di questi ragazzi mi vide per la strada e così incominciò a rincorrermi. Ma per mia fortuna riuscii ad arrivare a scuola.

Pietro B.

    Un giorno in un parco giochi ci è successo un fatto molto particolare. Io e le mie amiche, stanche di stare a casa, siamo andate a fare un giro in paese. Pedalando abbiamo deciso di andare al parco. In quel luogo però c’erano dei ragazzi più grandi di noi e notavamo qualcosa di strano in loro perché continuavano ad osservarci. Qualche minuto dopo che essi se ne furono andati, noi siamo uscite dal parco ed abbiamo trovato le nostre biciclette quasi distrutte: i freni erano rotti, le catene erano staccate, il sellino era sfilato e il campanello era completamente distrutto. Ad un certo punto sono arrivati due nostri amici che ci hanno aggiustato le bici; quando poi abbiamo incontrato quei ragazzi, essi si sono accusati a vicenda, così abbiamo capito che la colpa era stata di tutti. Alla fine siamo tornate a casa.

Giulia P. e Vanessa C.

     Un giorno dei miei amici ed io stavamo giocando a calcio nel parco giochi vicino a casa mia. Un mio amico, Davide, per sbaglio tirò il pallone in strada. Per fortuna non c’era quasi nessuno: c’erano solo dei ragazzi sui diciassette anni col motorino che continuavano a guardarci. Il pallone si avvicinò ad uno di loro e noi gli chiedemmo se poteva tirarcelo. Loro ci guardavano male e, ad un tratto, uno di loro prese il pallone in mano e scappò. Così fecero anche gli altri.

Mattia Z.