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Come reagire?

Nella lezione scorsa abbiamo fatto una lunga discussione in classe e siamo diventati ancor più consapevoli che la forza sta alla base di tutto. Un mio compagno ha portato l’esempio di un suo amico che si arrabbia se lo chiamano in un determinato modo e poi reagisce con la forza se la persona che ha accanto è vulnerabile e indifesa, mentre se si trova a confronto con un ragazzo vendicativo preferisce tacere e finire la discussione con una guardataccia.

Martedì scorso abbiamo anche provato a immedesimarci nella vittima scelta dal bullo e ognuno di noi ha detto come si sente quando qualcuno lo offende. Io personalmente non do molto peso alle frasi che uno dice allo scopo di ferire le persone che gli stanno accanto, ma mi sento presa in giro quando una mia amica, pur sapendo che mi dà fastidio che mi si dica una determinata cosa, per dispetto la dice: allora mi sento veramente tradita.

La vittima può reagire o non reagire. Se reagisce può parlare con il prepotente o reagire con la forza. Certamente parlare sarebbe la soluzione migliore per risolvere una questione, ma i due soggetti devono esser disposti a ragionare e ad ammettere i propri sbagli.

Il ragazzo che è vittima del bullismo può anche riferire l’accaduto ai propri parenti e a volte essi, invece di dirgli di lasciare perdere, lo incitano a rispondere allo stesso modo; in questo caso può accadere che la stessa vittima diventi bullo.

Serena S.