Come in molte città fondate dai Romani, anche Verona fu progettata con la caratteristica forma a scacchiera: le strade cioè si incrociavano ad angolo retto così da suddividere l’area urbana in "insulae", isolati rettangolari con i lati di metri 74 x 79. Ancora oggi se noi osserviamo una cartina topografica di Verona antica, possiamo notare che le strade si tagliano ad angolo retto, racchiudendo questi "isolati" di pianta quasi quadrata. Sotto le strade era stato costruito l’impianto delle fognature (cloache) i cui condotti, costruiti in mattoni, grazie ad una leggera pendenza verso il fiume, portavano le acque di scarico a scorrere e riversarsi in vari punti dell’Adige. Le due strade principali erano il Decumano Massimo (gli attuali Corso Porta Borsari e Corso S.Anastasia) e il Cardine Massimo (le attuali via Leoni, via Cappello, Piazza Erbe, vicolo Monte, via S.Egidio. Queste tagliavano l’area urbana in quattro zone e nel punto in cui le due strade principali si incrociavano, si apriva il Foro (l’attuale Piazza delle Erbe). Il colle, ora detto di San Pietro, rappresentò senza dubbio un punto di orientamento obbligato per gli urbanisti romani che tracciarono il piano della fondazione di Verona: là infatti era sorto il primo nucleo urbanistico romano. Il "Decumano massimo" non poteva però essere orientato sul Ponte della Pietra perché, data la posizione dell’Adige, la pianta della città sarebbe risultata obliqua e storta. Si trovò una soluzione alternativa, secondo una linea che faceva capo all’estremità sud-orientale del colle di San Pietro, mediante la costruzione di un nuovo ponte: il Ponte Postumio. Gli urbanisti romani, che tracciarono il piano della fondazione di Verona, orientarono quindi il "decumanus maximus" in direzione sudovest–nordest verso il ponte Postumio. A metà circa del tracciato, dove sorgeva il foro, esso incrociava l’altra strada principale urbana, il "cardo maximus". Alle due strade principali ("decumanus maximus" e "cardo maximus"), che si incrociavano ad angolo retto presso il foro, vennero allineate tutte le altre strade della città, precisamente sette decumani minori e sette cardini minori. Solo nel settore occidentale della città esisteva una via che correva obliqua rispetto al reticolo perpendicolare delle strade, ma parallela al corso dell’Adige. Il suo tracciato è ricalcato dalle attuali via Dietro S.Eufemia, via Carega e via Sole. La città venne difesa da una cinta in mattoni che raggiungeva l’altezza di circa tredici metri ed era rinforzata da torri a pianta quadrangolare. |