La porta dei Leoni si chiama così perché nelle sue vicinanze fu trovato il coperchio di un sepolcro romano con le figure di due leoni sdraiati. Ora questo coperchio sepolcrale si trova vicino a Ponte delle Navi dietro al monumento di Umberto I. Della porta resta oggi solo metà della facciata rivolta verso l’interno della città. Non sappiamo esattamente la data della sua costruzione, ma probabilmente fu
edificata in due periodi diversi; infatti ci sono rimasti due tipi di
costruzione: una interna, molto semplice, fatta di sassi e mattoni, l’altra
esterna fatta di marmo prezioso. Per comodità si possono distinguere tre piani di lettura:
gli archi, le finestre e l’esedra. La decorazione del primo piano (alto 2,91
metri) è molto minuta, cioè leggera, soprattutto nelle paraste e intorno agli
archi; l’architrave reca l’iscrizione dell’alto magistrato cittadino che
fece eseguire la facciata "TI/FLAVIUS/P/F/NOR/ICUS/IIII/VIR/I/D" (Tito
Flavio Norico figlio di Publio quattuorviro giusdicente). Le sei finestre del secondo piano (ne sono rimaste solo tre) sono molto semplici, intervallate da piatte lesene di tufo e sormontate da una cornice: tra una finestra e l’altra sporgeva in origine una mensola, destinata forse a sostenere una statua. Singolare è il terzo piano che innalza la porta dei Leoni ad un’altezza complessiva di 13 metri: esso è messo in risalto da una grande esedra centrale (l’esedra era un luogo di pubbliche riunioni). A 20 metri circa dalla facciata interna sta quella esterna la
cui struttura doveva essere simile all’altra. |