Le tre arcate che si presentano in corsi di mattoni legati
tra loro da fasci di pietra risalgono ad epoche posteriori a quella romana,
essendo state edificate al posto delle arcate romane originali cadute sotto l’impeto
delle piene dell’Adige. Nonostante i diversi interventi, il ponte Pietra conserva potenza e bellezza che testimoniano, a distanza di secoli, la genialità dei costruttori romani, preoccupati di dare solidità all’opera per vincere l’insidia e la violenza delle acque. Le due finestre che si trovano nel ponte Pietra, infatti, servivano per lo scarico delle acque, cioè per far passare l’acqua dell’Adige durante le piene senza distruggere il ponte. Il recupero del materiale per la ricostruzione delle due arcate di sinistra ha reso possibile lo studio della tecnica usata dai Romani: essi adoperavano blocchi di pietra parallelepipedi disponendoli uno sopra l’altro. Il ponte, che complessivamente era lungo 92 metri, si articolava su quattro pile lunghe 3,50 metri ciascuna con cinque arcate della larghezza di 16 metri ad eccezione delle due laterali che erano di 15 metri. |