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Dal Comune alla Signoria:
Ezzelino da Romano, il "tiranno"

L'ultimo podestà di Verona fu un uomo energico e crudele, Ezzelino da Romano, che, inserendosi nelle lotte tra le fazioni e tra guelfi e ghibellini, nel 1226 si fece eleggere Podestà e Capitano del popolo. Avendo sospeso tutte le garanzie costituzionali, egli di fatto pose fine all'autonomia comunale e preparò la strada all'avvento della Signoria scaligera.

Attraverso il matrimonio con la figlia di Federico II (Selvaggia), egli divenne il braccio destro dell'imperatore e il capo dei ghibellini (sostenitori dell'imperatore) in Italia. La sua figura fu circondata da un alone di terrore e i guelfi (sostenitori del papa) lo definirono "Il figlio del diavolo".

Di fatto egli fu, dal 1236 al 1259, il padrone di Verona che egli scelse come centro del suo piccolo stato comprendente più o meno tutta l'area dell'attuale Veneto. Ma nel 1250, con la morte di Federico II, il suo mandato di Vicario venne a cadere ed una crociata fu bandita contro di lui dal papa che l'aveva definito un anti-Cristo. Quando nel 1259 Ezzelino tentò di conquistare Milano, venne sconfitto, ferito e catturato. In prigione, secondo la tradizione, egli si strappò le bende e morì dissanguato, non sopportando la prigionia.