Castelvecchio Castelvecchio è il principale monumento dell'architettura civile del Medioevo in Verona. Costruito fra il 1354 e il 1357 da Cangrande II e completato verso il 1375, sotto Cansignorio, con il mastio ed il Ponte Scaligero, era stato concepito come reggia e fortezza per garantire una via di fuga verso il nord in caso di nuove congiure e sollevazioni popolari dopo quella fallita che era stata organizzata dal fratello Fregnano; lo scopo era quindi la difesa non tanto da nemici esterni quanto da nemici interni.L'imponente costruzione, tutta in cotto con torri e merli, comprende due nuclei: quello ad est, a pianta rettangolare con torrioni agli angoli, cinge un grande cortile che era la piazza d'armi; quello ad ovest, con una doppia cerchia di mura, due cortili e ponti levatoi, era la reggia vera e propria. Tra le due parti corre, addossato alla strada che porta al ponte, un tratto di mura dell'epoca comunale dove si apre la Porta del Morbio che un tempo collegava la città con la via per S. Zeno. La reggia era dunque appena fuori delle mura comunali, la fortezza appena dentro. Ma la reggia-fortezza non bastò a proteggere Cangrande II, soprannominato "Canrabbioso", il quale venne assassinato nel 1359 (solo due anni dopo la conclusione dei lavori) dal fratello Cansignorio. Questi trasformò la fortezza in una splendida residenza, chiamando a decorarla artisti da ogni parte d'Italia. Il castello riacquistò la sua funzione militare con i figli di Cansignorio, Bartolomeo e Antonio, impegnati a difendersi dai Visconti.Nel 1387 Gian Galeazzo Visconti si impadronì della fortezza che fu trasformata in palazzo di rappresentanza. Nel 1405 i Veneziani usarono le sale di Castelvecchio come uffici, alloggi e depositi e più tardi come sede di un'accademia militare. Dopo altre vicende, finalmente Castelvecchio nel 1925 fu restaurato e adibito a Museo d'Arte che raccoglie opere di Altichiero, Mantegna, Bellini, Tintoretto, Tiepolo e, tra le sculture, la statua equestre di Cangrande proveniente dalle Arche Scaligere. Il castello è unito alla sponda opposta dell'Adige dal pittoresco e possente Ponte Scaligero, interamente in cotto e munito di merli, che presenta tre arcate diseguali poggianti su piloni merlati simili a torri. La campata maggiore, quella verso il castello, ha una luce di oltre 48 metri e, nel suo insieme, l'opera può essere considerata un capolavoro di ingegneria medievale. Fatto minare durante l'ultimo conflitto dalle truppe tedesche in ritirata (aprile 1945), il ponte fu fedelmente ricostruito negli anni '50, in buona parte con i materiali recuperati nel letto del fiume.
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