Cansignorio La signoria di Cansignorio fu tragicamente segnata da ben due fratricidi: si apre infatti con l'assassinio di Cangrande II e si chiude con l'esecuzione di Paolo Alboino che egli aveva fatto rinchiudere a Peschiera fin dal 1365. Ci furono anche in quegli anni a Verona una guerra, varie carestie ed un'altra pestilenza nel 1361. Ciononostante, Cansignorio non risparmiò mezzi in occasione delle sue nozze celebrate nel 1363 con tornei, musiche, canti e banchetti che animarono la città per quindici giorni: fu uno degli avvenimenti mondani più fastosi nell'Italia del Trecento. Dopo le nozze Cansignorio diede inizio ad una serie di costruzioni che dovevano sì abbellire, ma essere anche utili alla città. Egli costruì il suo palazzo in Piazza dei Signori, fece portare l'acqua corrente nel centro storico (al suo palazzo ed alle case di 300 famiglie), collocò in Piazza Erbe la fontana sormontata dalla statua che prese il nome di "Madonna Verona", innalzò sempre in Piazza Erbe una "tore da le hore", cioè una torre dell'orologio, chiamata poi "Torre del Gardello", ricostruì in pietra il Ponte Navi a quattro arcate. Infine egli seppe anche essere generoso con il popolo nei momenti di carestia quando distribuì grano alla popolazione affamata. Cansignorio fu sempre debole di salute ed a soli 35 anni, nel 1375, morì; fu sepolto nella grandiosa arca che egli si era fatto costruire da Bonino da Campione. Dopo aver fatto eseguire la condanna a morte del fratello Paolo Alboino rinchiuso da anni a Peschiera per paura che prendesse lui il potere, egli lasciava il potere ai figli ancora adolescenti Bartolomeo II e Antonio. |