La chiesa di S.Fermo La chiesa di S. Fermo, che sorse nell'VIII secolo in onore dei martiri Fermo e Rustico e fu affidata fin dalle origini ai monaci Benedettini, comprende due chiese: quella inferiore e quella superiore. Nel 1257 ne entrarono in possesso i Francescani che trasformarono l'interno in un'unica grande aula (con l'eliminazione delle navate laterali) e abbellirono l'edificio con guglie, cuspidi ed opere d'arte al punto da renderla una delle chiese più importanti della città.Lo stile romanico si fonde con il gotico. Ne è un esempio la facciata che mostra in alto al centro una trifora affiancata da due finestre rotonde e sotto una quadrifora molto allungata che interrompe le strisce di tufo e cotto, mentre in basso spicca l'imponente portale romanico dalla profonda strombatura. A sinistra del portale è murata l'arca sepolcrale di Aventino Fracastoro, medico di Cangrande. L'interno è ad una sola navata e cinque absidi. Sopra la porta principale spicca una Crocifissione, affresco attribuito ad Altichiero. Tra le varie opere presenti ci soffermiamo sul pulpito marmoreo del 1396, attorniato da affreschi di Martino da Verona. Il presbiterio è abbellito da un elegante colonnato circolare ed accoglie l'altare che conserva le reliquie dei S.S. Fermo e Rustico. Attraverso il chiostro si giunge alla chiesa inferiore che ha conservato la struttura originaria a quattro navate e cinque absidi. Un tempo era completamente affrescata ed ancor oggi vi si ammirano alcuni resti, sbiaditi ma molto espressivi. Il portale della facciata sinistra della chiesa, ad arco acuto con un pilastrino mediano che chiude la porta, è protetto da un grande portico a vela. Anche le absidi, come la facciata, mostrano la fusione degli stili romanico e gotico: infatti le absidi laterali sono romaniche, mentre quella maggiore, decorata da cuspidi e pinnacoli ed illuminata da grandi finestroni ad arco acuto, è tipicamente gotica, come anche il campanile a cono attorniato da quattro pinnacoli, con eleganti trifore ad arco che si aprono nella cella campanaria. |