La
fine della Signoria
I due nuovi
signori della Scala erano molto diversi per carattere e abitudini. Bartolomeo, il
maggiore, era meno intelligente del fratello, ma era il più apprezzato dai Veronesi
perché meno superbo e d'indole buona. Antonio era, al contrario, intelligente, ambizioso
e violento. Antonio rimase al potere con la moglie Samaritana, una donna che amava il lusso e lo spinse a spese folli, eliminando l'antica usanza di sfamare i poveri della città e rendendolo quindi odioso ai Veronesi. Quando a Milano andò al potere Giangaleazzo Visconti, questi marciò contro Verona. Antonio disperato cercò aiuto tra il popolo, ma non lo trovò. Non gli rimase che rifugiarsi con moglie e figli nel mastio di Castelvecchio. I milanesi assediarono il castello e così egli si rifugiò a Venezia. Poco dopo morì, mentre la moglie Samaritana fu costretta a dimenticare i lussi e la ricchezza, accettando una modesta pensione dalla Serenissima. Finiva così nella miseria lo splendore della Signoria scaligera. Verona, dopo un breve dominio da parte dei Visconti di Milano, accettò di sottomettersi a Venezia e sotto il leone di S. Marco rimase fino alla fine del Settecento. |