La struttura sociale è basata sulle grandi famiglie matrilineari raggruppate in piccole «tribù» e la stirpe è rigidamente endogamica: chi si sposa con «stranieri» viene bandito dal gruppo. La religione è un miscuglio di credenze animiste, cristiane e buddhiste; assai accentuata è la superstizione che ha portato a molti tabù e alla ferma convinzione della «veridicità» della chiromanzia; ricco è il patrimonio di leggende e di favole che si tramandano oralmente nella loro lingua, anche se gli zingari conoscono e parlano numerose altre lingue e spesso frequentano le scuole dei Paesi dove vengono a trovarsi durante il loro peregrinare. Tipici della loro cultura ancestrale sono l'abilità nell'allevare cavalli, nel lavorare rame, metalli preziosi e cuoio, nell'eseguire delicati lavori manuali di precisione, una spiccata e innata sensibilità musicale, soprattutto nell'uso del violino, tanto che in passato venivano ricercati quali suonatori per feste e cerimonie, nonché una notevole attitudine alla danza. Un tempo si spostavano su carri coperti trainati da cavalli e abitavano in grandi tende poligonali di feltro, oggi usano roulottes; poiché, a differenza di altri gruppi di nomadi cui vengono impropriamente accomunati, rifuggono da ogni forma di accattonaggio, ritenuto lesivo della loro dignità, etica e religione, i Rom svolgono quali attività prevalenti l'artigianato tradizionale, l'allevamento di cavalli (Francia, Spagna), l'attività di giostrai (Italia) e la chiromanzia da parte delle donne, l'allestimento di spettacoli ambulanti di saltimbanchi e il lavoro stagionale soprattutto negli allevamenti e nelle officine meccaniche. Quando vivono negli accampamenti portano i tradizionali costumi dai colori sgargianti impreziositi, soprattutto fra le donne, da un gran numero di monili di loro produzione. |