Con
il nome “zingari” vengono impropriamente designati in Italia i nomadi
provenienti dall'Est, dediti talvolta all'artigianato e alla chiromanzia e
spesso all'accattonaggio e al piccolo contrabbando. Correttamente il nome
dovrebbe essere dato, come in passato, alla sola etnia dei Rom («gli uomini»)
parlante una lingua propria (romesh) della famiglia indo-iraniana.
Chiamati
nei Paesi danubiani Tzigani, in Spagna Gitanos, nei Paesi
anglosassoni Gipsies, in Francia Bohémiens, verso il sec. X essi
penetrarono in Europa stabilendosi nella valle del Danubio dove però si
scontrarono con le genti slave che ne provocarono la dispersione; la maggioranza
allora migrò verso l'Europa occidentale e settentrionale, una parte restò
nella Penisola Balcanica e altri si rifugiarono nei Paesi dell'Est.
Le
comunità più numerose, che mantennero il tradizionale modo di vivere nomade,
si costituirono in Iugoslavia, Romania, Ungheria, Germania, Francia e
soprattutto Spagna (dove ancor oggi contano il maggior numero di
rappresentanti); piccole unità migrarono anche in Armenia e Anatolia. In
Italia vivono oggi molti zingari che arrivarono nel nostro paese all’inizio
del Quattrocento, provenendo dall’India nord-occidentale. Ovunque
però ci fu un netto isolamento
dalla popolazione locale.