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Conseguenze sull'agricoltura

A Lugagnano dunque mancava l’acqua perché questa si infiltrava nel terreno, rendendo difficile irrigare i campi. Perciò un tempo Lugagnano era servita da pozzi profondi anche 40 metri e allora probabilmente la falda non era raggiungibile facilmente come oggi (questi vecchi pozzi non sono ancora completamente abbandonati e infatti - come ci ha detto il prof. Cagliari nell’incontro che abbiamo avuto con lui sull’uso dell’acqua nella campagna di Lugagnano - il Comune di Caselle li usa ancora per fare dei prelievi).

Sicuramente però non c’era l’acqua necessaria per rendere fertili i campi, come è chiaramente provato dal nome stesso della località di Mancalacqua che si trova a poca distanza da Lugagnano. A Mancalacqua non esisteva l’acqua corrente e bisognava procurarsela al pozzo che allora era nella piazza di Lugagnano.

Le coltivazioni quindi erano poco produttive ed i campi, avendo poca acqua a disposizione, non permettevano ai contadini un lavoro facile. Inoltre i campi venivano coltivati con attrezzi semplici, non meccanizzati come oggi.

La conseguenza di tutto ciò era che il territorio di Lugagnano prima del 1929 era quasi spopolato. Una famiglia poteva avere oltre 10 ettari di terreno, ma anche lavorando sodo si faceva la fame: infatti, se capitava un’annata piovosa, qualcosa si produceva ed il raccolto bastava; se invece l’annata era secca, si perdeva tutto e non si raccoglieva niente.

Il prof. Cagliari ci ha parlato anche delle vecchie contrade e corti di Lugagnano.