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L’acqua per uso urbano

Nel 1945 Lugagnano non era ancora provvisto di tubature, perciò la gente si approvvigionava d'acqua mediante la fontana. Essa si trovava al centro del paese, dove gli abitanti si recavano con due secchi sulle spalle e dopo averli riempiti tornavano a casa. Infatti per i centri extracittadmi l'acquedotto fu una conquista del dopoguerra. In precedenza i rifornimenti idrici erano assicurati da pozzi privati o fontane pubbliche in pietra o ghisa, opportunamente collocate.

Al trasporto dell'acqua provvedevano direttamente gli interessati, quasi sempre donne o ragazzi, nell'ambito delle incombenze domestiche. "Nar par acqua", cioè andare a prendere l'acqua, era appunto una delle incombenze più dure della donna. Il più importante veicolo di trasporto fu per secoli il secchio in rame, portato a spalla tramite un arconcello. La "morte" di quel contenitore fu segnata dall'avvento dei secchi in plastica, nel corso degli anni cinquanta. A causa dei disagevoli rifornimenti e della modesta quantità trasportata con un carico, i consumi idrici andavano rigorosamente economicizzati. La fontana pubblica assolse spesso anche al ruolo di punto d'incontro: alla pompa infatti, che serviva di acqua tutta una contrada, si incontravano i ragazzi per giocare e gli adulti per chiacchierare.

Più di una famiglia possedeva il pozzo, magari scavato nell'orto e fatto con delle botti senza fondo; l'acqua però non era potabile e il suo livello si alzava e si abbassava a seconda delle piogge. Nelle grosse corti il pozzo era enorme e profondo, con strutture in pietra; attorno al parapetto del pozzo si aprivano i pozzetti, piccoli pozzi in comunicazione per mezzo di canali sotterranei; gli abbeveratoi, lontani anche 200 metri, erano sotto i portici. "Tirar l'acqua par le bestie" voleva dire tirare su dalla profonda gola secchi e secchi, circa 30-40 quintali d'acqua e d'inverno era ancora più difficile approvvigionarsi d'acqua perché la catena diventava di ghiaccio.

Nel 1968 finalmente arrivarono le tubature anche a Lugagnano. All'inizio però, quando ci furono i primi allacciamenti delle abitazioni private agli acquedotti rurali, pochi richiesero la condotta dell'acqua all'interno dell'abitazione, i più preferirono un rifornimento esterno, in cortile, più idoneo al bisogno delle bestie. La gente comunque aveva finito di recarsi alle fontane, che da quell'anno rimasero quasi del tutto inutilizzate.