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Il colera e don Fracasso

Quando nell’800 Verona fu colpita dal colera, c’erano in media dieci vittime al giorno. Il colera inizia con vomito e diarrea, poi si sentono crampi in vari parti del corpo. I medici consigliavano coraggio, tranquillità e dieta moderata. La gente però aveva poco da mangiare. In quegli anni c’erano scarsi raccolti di cereali e le viti venivano colpite da una malattia sconosciuta. Il colera così cresceva anche perché la popolazione era sottoalimentata. Solo nel 1882 Robert Koch riuscì a isolare il bacillo responsabile del morbo; da allora si iniziò a cuocere le verdure, a far bollire l’acqua e a curare l’igiene personale.

In quei tempi aumentarono le cerimonie religiose, le processioni e le preghiere. A Lugagnano nel 1855 il parroco Don Giuseppe Fracasso chiese alla popolazione di raccomandarsi a San Rocco. Gli abitanti a differenza dei paesi vicini rimasero immuni dalla malattia. Non si sa la causa di ciò, comunque si pensò allora di innalzare una chiesa a San Rocco assieme a Sant’Anna, protettori della parrocchia. E ancora adesso si parla di Don Fracasso come "El santo".