L’agricoltura è altamente meccanizzata e produttiva. Le zone agricole più produttive sono nel Sudest dove vengono coltivati cereali, patate, ortaggi e frutta. Nelle zone più fredde del Nord e dell’Ovest si estendono grandi campi di avena e di orzo, gran parte del quale viene utilizzato per l’industria del whisky; gli zuccherifici sono situati vicino ai campi di barbabietola da zucchero. Prati e pascoli coprono il 45% dell’area
destinata alle attività agricole e forestali; l’allevamento è un settore base
del settore primario. Questa attività è stata però messa in crisi a metà
degli anni Novanta dalla grave malattia conosciuta come "Mucca pazza".
Il latte è uno degli alimenti fondamentali
della popolazione; La presenza di ricchi giacimenti di carbone e
di miniere di minerali e di ferro, l’ottima rete di trasporti per ferrovie e
vie fluviali, il vantaggio del libero commercio hanno reso nel passato il Regno
Unito il primo stato industriale e commerciale a livello mondiale. Le difficoltà nel settore si definirono dopo la Seconda Guerra Mondiale. All’inizio del secolo il carbone inglese non solo era sufficiente al fabbisogno interno, ma veniva anche esportato. Poi per i costi eccessivi molte miniere furono chiuse. Il carbone inglese alimenta oggi le centrali termoelettriche che forniscono poco più della metà dell’energia necessaria al paese.
Nuove fonti di energia per il Regno Unito sono costituite dagli ingenti giacimenti di idrocarburi scoperti nella piattaforma continentale del Mare del nord. Il petrolio è diventato la principale fonte di energia in sostituzione del carbone. Una rete di metanodotti fornisce gas ai centri abitati e alle aree industriali. Gli idrocarburi hanno anche valorizzato i porti scozzesi dove accanto agli impianti di raffinazione sono sorte industrie petrolchimiche. |