Nelle scuole i bambini imparavano a leggere, a
scrivere, a contare. Una delle materie principali era la storia:
venivano studiate le imprese militari e gli esempi di valore degli antenati. Importante era lo studio della grammatica della lingua latina e greca. I Romani, infatti, furono
affascinati dalla cultura greca: dalla Grecia giunsero a Roma migliaia e
migliaia di volumi, cioè rotoli di papiro su cui i letterati greci avevano
scritto le loro opere. Alcuni studenti spesso andavano a perfezionare i loro
studi ad Atene o ad Alessandria. La retorica,
cioè la capacità di parlare bene in pubblico, era un insegnamento per i pochi
alunni che sarebbero diventati comandanti dell’esercito, politici o avvocati. Cesare per primo fece costruire biblioteche pubbliche, cioè luoghi di raccolta di libri, per la
lettura e per lo studio.
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