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I ricchi, abitualmente, iniziavano la giornata con una colazione a base soprattutto di formaggio e di frutta. A mezzogiorno consumavano un pasto leggero. La cena era abbondante: si cominciava con l’antipasto di uova sode, insalate, olive, fichi; seguivano le carni, i pesci, la cacciagione e infine dolci di pasta e miele.

Una curiosità: nel triclinio (la sala dei banchetti) non c’erano sedie intorno ai tavoli perché i Romani avevano l’abitudine di mangiare sdraiati su dei particolari letti, appoggiati sul gomito sinistro.

Il pasto dei poveri invece era frugale: consisteva in olive, ceci e verdure e, soprattutto, farro, un cereale molto simile al grano.

Affresco che raffigura la scena di un banchetto

 

Il menù di un patrizio

   Antipasti

       Meduse e uova di gallina.

       Mammelle di scrofa farcite con ricci di mare.

       Cervella con latte e uova di oca.

       Funghi bolliti con salsa pepata di rombo e murena.

       Lepre con salsa di spezie, miele, olio e uova di colomba.

   

Portate principali

       Daino arrosto con salsa di cipolla, datteri, uova, olio e miele.

       Ostriche bollite in salsa dolce di prugne.

       Lingua di fenicottero servita con spinaci e cavoli.

       Pavone arrosto ripieno di mele e castagne.

       Cinghiale bollito con fichi e asparagi.

 

   Dessert

       Pere farcite con noci e mandorle, fritte nel miele.  

       Dolci di farina di frumento al vino dolce e miele, serviti caldi.